Manovra: Mollicone, ok nostra proposta detrazione consumo culturale

Manovra: Mollicone, ok nostra proposta detrazione consumo culturale

Franceschini convochi tavolo permanente

“Il Parlamento vota per l’introduzione della detrazione del consumo culturale e per abbassare l’IVA al 4% sui prodotti culturali. Posizioni storiche di Fratelli d’Italia, e da sempre sostenuta dalle categorie come Federculture, che, da sempre, proponiamo: ora il Parlamento tutto ha votato il nostro ordine del giorno, seguano i fatti. La realizzazione di un sistema fiscale che preveda la detrazione delle spese per l’acquisto di beni e servizi culturali si declina come basilare in una Nazione ricca di arte e cultura come l’Italia. L’industria dell’arte e della cultura in Italia mettono in moto una filiera produttiva e un numero di addetti ai lavori molto importante e, pertanto, necessitano di attenzione massima non solo per il riflesso in ambito strettamente artistico-culturale, ma anche in ambito economico e sociale”.

Cosi’ il responsabile Cultura e Innovazione di FDI, deputato Federico Mollicone. Mollicone.

“Subito un piano di ristori per la cultura. Con l’approvazione dell’ordine del giorno a mia prima firma sulla manovra ora il Governo ha il chiaro indirizzo per l’emanazione di un piano di sostegno economico per gli operatori della cultura che sia proporzionato alle capienze effettive. Il continuo cambiamento delle regole e la narrazione su Omicron stanno contraendo i consumi culturali, per cui e’ necessario quanto prima un decreto di ristori. Franceschini convochi il tavolo permanente al ministero della Cultura con urgenza. La crisi pandemica ha messo a dura prova l’intero settore dello spettacolo negli anni che ci siamo lasciati alle spalle, come indicato dall’UTR, da Agis, da Assomusica, da AFI, da Confindustria cultura, dal Movimento spettacolo dal vivo, da FIMI, e le principali associazioni di categoria della cultura, del teatro, della danza, dello spettacolo dal vivo”.

“L’Italia si colloca al 23 posto in termini di connettivita’ tra gli Stati membri dell’Ue mentre lo scorso anno eravamo al 17 . Il 61 % delle famiglie e’ abbonato alla banda larga fissa, un dato inferiore alla media Ue. I collegamenti internet a banda ultralarga costituiscono il presupposto per l’esercizio di diritti essenziali, costituzionalmente garantiti, come i diritti allo studio e al lavoro. Non essere connessi e’ una nuova forma di disuguglianza. Con il nostro ordine del giorno il Governo si e’ impegnato a portare avanti un piano di incentivo della domanda di connettivita’ in banda larga con le risorse del PNRR.

Per Mollicone inoltre bisogna “Riformare il sistema di contribuzione dell’editoria. Il Dipartimento dell’Informazione e dell’Editoria ha prodotto uno studio intitolato dossier “Il sostegno all’editoria nei principali Paesi d’Europa – Politiche di sostegno pubblico a confronto” che ha messo a confronto le politiche di sostegno di un gruppo selezionato di otto Stati europei. Dallo studio emerge come l’Italia sia penultima in Europa per investimenti nel settore editoriale.

L’Italia spende, infatti, lo 0,0014% del PIL per il sostegno al settore, mentre la Francia lo 0,017%, la Svezia lo 0,021% fino alla Danimarca lo 0,041%. Pluralismo della stampa significa pluralismo delle idee e posti di lavoro, dalle imprese, ai tecnici, al mondo giornalistico. Con il nostro ordine del giorno il Parlamento ha chiesto al Governo di iniziare un percorso di riforma del sistema di contribuzione pubblica del settore editoriale, innovando l’infrastruttura normativa e istituzionale di fronte le sfide della pandemia e della digitalizzazione”. Infine “Garantire l’innovazione e la crescita con il patent box. Il Patent Box ha rappresentato Io strumento ideale per dare supporto agli investimenti in ricerca&sviluppo delle aziende, che soprattutto hanno la capacita’ di sfruttare il proprio know-how per creare ricchezza: quasi un Premio al Merito. Il Parlamento ha dato l’indirizzo al Governo per garantire la revisione della normativa sul Patent Box, garantendone gli effetti pro-competitivi per il tessuto economico della Nazione”.

 

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