Intervista a Foti: «Da cuneo e flat tax una spinta al Pil»

Intervista a Foti: «Da cuneo e flat tax una spinta al Pil»

L’intervista su Libero di Antonio Rapisarda al capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti

«Da cuneo e flat tax una spinta al Pil»

Il capogruppo di Fdi alla Camera: «Spenderemo bene e con realismo, senza lasciare buchi»

«La destra dei realismo – a differenza della sinistra “tassa e spendi” governa il Bilancio senza lasciare buchi: spendendo bene». Per Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, è questo il significato della prima manovra a cui sta lavorando il governo guidato da Giorgia Meloni. I punti cardine sono blindati dalla fase storica: contrasto al caro bollette e sostegno a famiglie e imprese. «Esatto. Il caro-energia rischia di mettere in seria difficoltà le famiglie. Soprattutto quelle a basso reddito: e su queste è previsto un intervento massiccio. Per quanto riguarda le aziende non possiamo permetterci di non intervenire e rischiare di averne migliaia che attivino la cassa integrazione. Quest’ipotesi avrebbe tre variabili negative: meno soldi in tasca al lavoratore; più costi per lo Stato; il rischio concreto che le imprese perdano quote di mercato”. Per i lavoratori arriverà anche il taglio del cuneo Gscale al 3% e la flat tax per gli autonomi fino a 85rnila euro- «Si va neua direzione del mondo del lavoro senza penalizzare nessuna categoria. Avremmo voluto fare di più subito, ma abbiamo il dovere di essere realisti: questa è una legge di Bilancio con una possibilità concreta di spesa che si aggira sui 21-22 miliardi di euro. Tutto il resto deve essere fatto a compensazione. Ovviamente si cerca di proporre iniziative che diano una spinta alla Nazione e allo stesso tempo proviamo a ridurre le spese parassitane che spesso e volentieri hanno creato clientele, ma che non hanno poi dato risultati concreti: ogni allusione al reddito di cittadinanza è puramente voluta». Punto centrale della manovra sarà proprio la riforma del Reddito di cittadinanza. In tempi di crisi non rischia di essere un azzardo? «L’indebitamento pubblico è cresciuto di 400 miliardi negli ultimi 4 anni. Qualche riflessione va fatta: abbiamo la necessità di far correre il Pii. Il prodotto intemo lordo lo si sostiene se la gente lavora. Noi lo abbiamo detto dall’inizio: continueremo a sostenere chi non può lavorare. Ma chi ha la “necessità” di lavorare deve essere accompagnato velocemente alla ricerca di un posto di lavoro. Non può essere lasciato a poltrire. O a negare la possibilità di un inserimento». Si parla poi dell’Amazon tax. Misura ecologista o un indirizzo a difesa del commercio tradizionale? «È un combinato disposto. Favorire la tenuta dello stato sociale anche attraverso la rete di negozi tradizionali – soprattutto nelle zone rurali e di montagna – è una scelta di campo. Poi c’è anche il discorso della “green tax”: nel senso di scoraggiare questo upo di consegne per le decine e decine di mezzi inquinanti che ogni giorno attraversano le città». L’asse Meloni-Giorgettì ha retto e bilanciato, a quanto pare, anche le richieste degli alleati. È così? «Non penso che ci sia una questione di assi ne una questione di piazzare bandierine. Credo invece che tutta la coalizione debba concorrere con il premier e con il ministro in un momento di difficoltà economica e geopolitica. Se devo dare un giudizio su come ho visto la riunione (di venerdì, ndr) mi sembra che ci sia stata da parte di tutti la convinzione che que sta debba essere anche una Finanziaria “prudente”: perché non possiamo sapere se nei prossimi sei mesi anziché risolversi certe crisi finiranno per aggravarsi. E dato che il nostro obiettivo è che l’Italia non vada in recessione nel 2023, così come pare per tanti Paesi europei, proprio per questo occorre fare una legge di Bilancio all’insegna del realismo e non dei sogni».

Condividi