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Mag

“Lei oggi non è più il campione del giustizialismo, è la caricatura grottesca e carnascialesca del campione del giustizialismo”. Lo ha detto Andrea Delmastro Delle Vedove, deputato di Fratelli d’Italia, intervenendo nell’aula della Camera sull’informativa urgente resa dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. I temi erano le scarcerazioni dovute all’emergenza sanitaria e le polemiche a proposito della mancata nomina del magistrato Antonino Di Matteo a capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap). “Lo liberi – ha detto l’esponente di FdI – il dicastero da quella pesante ipoteca morale che sarebbe la sua permanenza. Questo sarebbe un atteggiamento che apprezzeremmo, non il decreto. La mafia non si combatte con le pezze o i pannicelli caldi di Dj Fofò (soprannome giovanile del ministro, ndr). La mafia si combatte con tutto quello che le manca: fermezza, consapevolezza, coraggio, determinazione, fierezza, impegno, serietà, lotta senza tregua alle criminalità organizzate”.
Strumento della sfida allo Stato della criminalità organizzata
“Noi – ha detto ancora Delmastro – la condanniamo politicamente e moralmente. Perché lei ha ceduto alle rivolte nelle carceri organizzate dalla criminalità organizzata. Lei è stato utile strumento in mano alla criminalità organizzata. Lei ha consentito alla criminalità organizzata e alle mafie di portare a compimento, vincendola, la più grande sfida allo Stato e alla legalità: frantumare percorso del carcere duro, nullificare il 41 bis e il 4 bis. Riportare trionfanti i mafiosi nei loro regni perché possano nuovamente flagellarli indisturbati e conferire l’idea che la mafia possa porre dei diktat sulla nomina del capo del Dap. Non esiste riabilitazione per questa condanna che non transiti dalle sue dimissioni immediate. Tolga il disturbo, lo tolga subito, lo tolga con la coda fra le gambe”.
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41bis, Bonafede, boss, Delmastro, fratelli d'Italia, giustizia, giustizialismo, mafia
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